Viroterapia Oncolitica per Combattere il Glioblastoma Multiforme
Eccoci qui al quattordicesimo episodio del progetto di traduzione della guida di Ben Williams sulle opzioni di trattamento per il Glioblastoma Multiforme. Si tratta del capitolo 10 della guida. Mancano altri sei episodi alla fine di questo progetto di traduzione della guida al termine del quale potrò raggruppare tutti questi post in un unica pubblicazione che sarà scaricabile anche da questo sito web. In questo episodio parliamo di viroterapia oncologica e in particolare di Poliovirus, di Adenovirus, di Newcastle Disease Virus, di Virus dell’Herpes e di Parvovirus utilizzato in concomitanza con il Bevacizumab (Avastin) . Il consiglio è ancora quello di utilizzare queste informazioni per discuterne con l’equipe medica che vi sta seguendo cui potete indicare anche i riferimenti ai lavori scientifici a supporto.
La campagna di raccolta fondi Glioblastoma.it for CUSP-ND for Emanuele ha bisogno del vostro aiuto. Io sto provando in diversi modi a spingere sui media locali ma non è abbastanza. In questi ultimi giorni sono stato invitato alla trasmissione radiofonica RADAR della RAI regionale del Friuli Venezia Giulia (Podcast della Puntata del 9 Marzo 2021) e alla trasmissione Trieste in Diretta di Tele 4 un’emittente televisiva locale (Video Registrazione della Puntata del 16 Marzo 2021) ma non possiamo fermarci. Condividiamo il link in modo da sensibilizzare quante più persone possibile a contribuire. Buona lettura!
Poliovirus geneticamente modificato (PVS-RIPO)
Nel 2015, questo studio di fase I per il glioblastoma ricorrente presso la Duke University ha ricevuto notevole interesse pubblico quando un episodio della serie televisiva 60 minuti ne ha parlato. Più precisamente, i primi due pazienti trattati in questo studio avevano risposto alla terapia in modo completo. A marzo 2015 (quando è andato in onda lo speciale di 60 minuti) questi due pazienti con risposta completa erano ancora vivi e liberi da progressione a 33 e 34 mesi dal trattamento. 11 dei 22 pazienti nello studio erano ancora vivi, sebbene sei di questi pazienti fossero a meno di 6 mesi dal trattamento. È importante sottolineare che l’aumento della dose di PVS-RIPO non è riuscito a migliorare l’efficacia e i pazienti inseriti più recentemente nello studio sono stati trattati con una dose inferiore rispetto a quella utilizzata dai primi pazienti che hanno partecipato allo studio.
Adenovirus DNX-2401
Un’altra terapia virale nella fase 1 ha avuto risultati impressionanti, paragonabili allo studio PVS-RIPO. DNX-2401 è un adenovirus modificato che viene iniettato direttamente nel tumore.
Risultati preliminari di uno studio di fase 1 presso l’MD Anderson a Houston, in Texas, sono stati presentati alla conferenza SNO di novembre 2014 a Miami. Sono stati trattati 37 pazienti con glioma di alto grado ricorrenti, senza che siano stati segnalati eventi avversi attribuibili al virus. Finora 3 pazienti su 25 hanno risposto al trattamento con risposte complete e durature di 42, 32 e 29 mesi. Questi tre responder completi avevano risposte immunitarie vigorose, con livelli aumentati di 10-1000 volte di interleuchina-12p70, una citochina di grande importanza per le risposte immunitarie antitumorali di tipo 1.
Newcastle Disease Virus
Un approccio alternativo al trattamento del vaccino utilizza i virus. La malattia di Newcastle è una malattia letale dei polli, causata da un virus innocuo per l’uomo, che causa solo lievi sintomi simil-influenzali transitori. È stato sviluppato come trattamento del cancro in Ungheria, ma è stato in gran parte ignorato fino a poco tempo fa. Il Newcastle Disease Virus è attualmente utilizzato in combinazione con vaccini autologhi a cellule dendritiche dalla clinica IOZK di Köln (Colonia), Germania.
Virus dell’herpes
Un altro virus utilizzato nella terapia del cancro è una forma modificata del virus dell’herpes. Le prove iniziali hanno utilizzato una versione del retrovirus, che infetta solo le cellule che si dividono quando il virus è stato infuso. Successivi studi hanno utilizzato una versione di adenovirus, che infetta sia le cellule in divisione che quelle non in divisione. Poiché il virus dell’herpes può essere letale per il cervello se gli viene permesso di proliferare, subito dopo l’infusione del virus i pazienti ricevono ganciclovir, un efficace agente anti-herpes. In uno studio che utilizza questa tecnica eseguita al Ospedale Mount Sinai di New York (170), la sopravvivenza mediana di 12 pazienti con tumori GBM ricorrenti è stata di di 59 settimane dal trattamento, con il 50% dei pazienti vivo 12 mesi dopo il trattamento. Gli autori hanno anche segnalato l’assenza di tossicità dal trattamento, che era una delle principali preoccupazioni a causa di significativi danni cerebrali rilevati quando la procedura è stata testata sulle scimmie.
Perché ci sia così tanta differenza rispetto ai risultati dello studio sulle scimmie non è chiaro.
Ricerche più recenti con il virus dell’herpes si sono concentrate su forme del virus che sono state progettate per mantenere gli effetti anti-cancro del virus ma senza la sua proprietà di produrre infiammazione neurologica. Il primo utilizzo di questo virus modificato in uno studio clinico è stato a Glasgow, in Scozia. Nove pazienti con glioblastomi ricorrenti hanno ricevuto il virus iniettato direttamente nel tumore. Quattro erano vivi al momento della preparazione della relazione sullo studio, 14-24 mesi dopo il trattamento (171).
Parvovirus (con bevacizumab)
Un sommario presentato all’incontro annuale SNO 2015 (riferimento 343, sommario ATNT-07) ha fornito alcuni risultati preliminari molto incoraggianti dallo studio tedesco di fase I / II del parvovirus H-1 (ParvOryx) per il glioblastoma ricorrente (NCT01301430). Il sommario ha riportato che sei pazienti inclusi nello studio che hanno ricevuto una seconda dose di parvovirus combinato con Avastin in seguito a recidiva dopo il trattamento iniziale in studio. Questa seconda iniezione di parvovirus era basata su un accordo di uso compassionevole. Questi sei pazienti hanno avuto una recidiva del tumore tra 4 e i 12,6 (media 7,8) mesi dopo la prima iniezione di parvovirus. Sono stati sottoposti a nuova resezione e una seconda iniezione di parvovirus, seguita da chemioterapia (n = 1), Avastin (n = 5) o nessun trattamento aggiuntivo (n = 1). La sopravvivenza media di questi pazienti dopo la seconda iniezione di parvovirus è stata di 14,7 mesi (range 9-26 mesi). Tre dei pazienti erano ancora vivi a 9, 11 e 26 mesi dopo questa seconda iniezione di parvovirus. Per i cinque pazienti trattati con Avastin dopo la seconda iniezione di parvovirus, i risultati sono stati ancora migliori: 3 su 5 hanno mostrato “remissioni sorprendenti” con una sopravvivenza media di 15,4 mesi, impressionante per i pazienti alla seconda o più recidiva di glioblastoma.
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(170) Germano, I. M., et al. Adenovirus/herpes simplex-thymidine kinase/ganciclovir complex: preliminary results of a phase I trial in patients with recurrent malignant gliomas. Journal of Neuro-oncology, 2003, 65, 279-289.
(171) Rampling, R. et al. Toxicity evaluation of replication-competent herpes simplex virus (ICP 34.5 null mutant 1716) in patients with recurrent malignant glioma. Gene Therapy, 2000, Vol. 7, 859-866.(343) Geletneky, Karsten et al. “ATNT-07 FAVORABLE RESPONSE OF PATIENTS WITH GLIOBLASTOMA AT SECOND OR THIRD RECURRENCE TO REPEATED INJECTION OF ONCOLYTIC PARVOVIRUS H-1 IN COMBINATION WITH BEVACICUMAB.” Neuro-Oncology 17.suppl 5 (2015): v11-v11.
Bene! Spero che la lettura vi sia piaciuta, sono stato il più fedele possibile. A brevissimo il prossimo capitolo! A presto!
Circa un mese fa a causa di un forte mal di testa mio fratello, 44 anni e padre di 2 bambini (di cui uno con sindrome spettro autistico), si è sottoposto ad una tac presso il pronto soccorso di Catanzaro dalla quale è emersa una grossa massa tumorale nell’emisfero destro, confermata in un secondo momento dalla risonanza magnetica;
Vista la gravità della situazione abbiamo deciso di portarlo presso l’istituto Galeazzi di Milano dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico eseguito dal Prof. Lorenzo Bello,
che si è messo subito a disposizione per un’intervento salvavita mirato alla riduzione del tumore per poi poter essere sottoposto alle terapie successive;
Purtroppo da qualche giorno abbiamo i dati dell’istologico, si tratta di un “astrocitoma di 4° grado” (Glioblastoma) che ha gli aspetti più maligni (con mutazione idh1);
anche se l’operazione ha preservato le funzioni neurologiche, secondo il Prof. Bello non c’è più niente da fare in quanto il tumore sta reagendo e
sta infiltrando l’altro emisfero e la fossa cranica posteriore e visto le condizioni cliniche non è stata proposta nessuna terapia che serva a ridurre o rallentare la malattia;
di conseguenza è stato dimesso dall’ospedale per essere parcheggiato in un’Hospice vicino casa in Calabria!
Adesso chiedo a voi e a chiunque può darmi una mano se con la terapia virale c’è la possibilità di una regressione della malattia e
quali sono le cliniche che potrebbero accogliere mio fratello in questo stato clinico!
Spero che ci sia qualcuno che possa darmi dei consigli per cercare almeno di allungare e migliorare quanto più possibile la sua aspettativa di vita e
per riportare un padre ad un bambino autistico che vede nel papà l’unico punto di riferimento.
Grazie
Caro Salvatore, stimolato dal commento di Paola, mi scuso per non aver ancora risposto. Concorso con il commento di Paola. Ci sono diverse sperimentazioni cliniche collegate all’immunoterapia che in passato non hanno funzionato bene sui glioblastomi che sono considerati tumori freddi. Ora le nuove sperimentazioni cercano di rendere il glioblastoma caldo ossia di farlo notare dal sistema immunitario che nel frattempo viene potenziato e reso capace di riconoscere proprio le cellule di glioblastoma. Speriamo che queste sperimentazioni possano funzionare meglio che in passato. Non so quali siano le condizioni attuali di tuo fratello ma un tentativo di essere arruolati in queste sperimentazioni si può fare.
ciao Salvatore, mi spiace che nessuno ti abbia risposto.
Purtroppo, con grande dolore per chi lo incontra, non c’è ancora una cura definitiva.
Non conosco bene tutti i dettagli della malattia di tuo fratello ma non mi è chiaro perchè non abbia fatto radio e chemio.
Ti abbraccio a distanza di tempo. Sappi che non sei mai stato solo.