Novità della Ricerca sul Glioblastoma nel Secondo Bimestre 2023
Questo è il ventesimo articolo del progetto che ha l’obiettivo di raccogliere periodicamente (ogni due mesi) le novità della ricerca sui trattamenti possibili per il glioblastoma multiforme.
Di seguito le notizie che abbiamo ritenuto più significative. Come per gli articoli precedenti della serie ogni notizia sarà preceduta dal titolo originale con link alla fonte e seguita da un breve commento. Il criterio con cui vengono scelte le notizie è sempre quello di includere in generale le sole notizie relative a ricerche in fase clinica, a meno che il potenziale della ricerca per il trattamento del glioblastoma non sia veramente notevole.
Dose-dependent efficacy of bevacizumab in recurrent glioblastoma
La dott.ssa Vance è stata la prima neuro-oncologa ad utilizzare Avastin per i glioblastomi. La maggior degli studi sull’Avastin usa la dose di 10 mg/kg utilizzata per il cancro al colon. I risultati hanno mostrato un aumento del tasso di risposta e della sopravvivenza libera da progressione, ma nessun aumento della sopravvivenza globale. La dott.ssa Vance ha utilizzato una dose dimezzata, che ritiene abbia risultati migliori. Questo studio lo conferma. Per i pazienti con GBM ricorrente, un regime a basso dosaggio di BEV è associato a OS e PFS prolungate rispetto al regime a dosaggio standard.
Novocure Announces Reimbursement of Optune® for the Treatment of Newly Diagnosed Glioblastoma in France
Bene, alla fine il dispositivo Optune è parte dello standard di cura in Francia, Svizzera, Austria … ma ancora non in Italia e francamente trovo difficile trovare una spiegazione. Immagino sia solo una questione economica ma è veramente difficile da comprendere.
Newly-diagnosed high grade glioma surgery with Carmustine wafers implantation. A long-term nationwide retrospective study
Questo studio retrospettivo riporta una impressionante sopravvivenza a 5 anni del 10% con i Gliadel Wafers. Storicamente la sopravvivenza a 5 anni è di circa il 4%. I Gliadel Wafers potrebbe quindi far guadagnare tempo e potrebbe essere utile in terapie combinate.
Apogenix’ Partner CANbridge Announces 67 % Five-Year Overall Survival Rate Compared to 8.2 % in Institutional Database With Asunercept Plus Standard of Care in Newly Diagnosed Glioblastoma Multiforme
Sopravvivenza globale dell’83% a due anni rispetto al 34,3% di OS dei dati storici, 17,95 mesi di sopravvivenza libera da progressione mediana rispetto a 5,8 mesi di PFS dei dati storici. Questi risultati
sono stati presentati all’ESMO Sarcoma and Rare Cancers Annual Congress a Heidelberg, Germania. Apogenix, un’azienda biofarmaceutica che sviluppa immunoterapie di nuova generazione, ha annunciato che il suo partner CANbridge ha presentato convincenti dati di follow-up a lungo termine dal suo studio di fase I/II con asunercept (CAN0008 ) più temozolomide/radioterapia nel glioblastoma multiforme (GBM) di nuova diagnosi. Si tratta di uno studio con pochi (n = 10) partecipanti ma i risultati sono veramente promettenti.
Gel has 100% success rate in stopping brain tumors in mice
Un gel rivoluzionario ha aiutato a curare il 100% dei topi affetti da glioblastoma. La nuova terapia, sviluppata dai ricercatori della Johns Hopkins University, combina un farmaco antitumorale e un anticorpo in una soluzione che si autoassembla in un gel per riempire i minuscoli solchi lasciati dopo la rimozione chirurgica di un tumore cerebrale. Ciò che rende questa terapia così efficace è che il gel può raggiungere aree che la chirurgia non raggiunge, uccidendo le cellule tumorali persistenti e sopprimendo la crescita del tumore. I risultati, pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences, mostrano che il gel innesca anche una risposta immunitaria che aiuta il corpo del topo a combattere il glioblastoma. Quando i ricercatori hanno re-introdotto nei topi sopravvissuti nuovi glioblastomi, il loro sistema immunitario ha sconfitto il cancro senza ulteriori farmaci. Ciò dimostra che il gel sembra non solo distruggere le cellule tumorali esistenti, ma aiuta anche programmare il sistema immunitario per scoraggiare le recidive. L’applicazione del gel direttamente nel cervello senza rimozione chirurgica del tumore ha ottenuto un tasso di sopravvivenza del 50%. Tuttavia, quando la chirurgia e il gel vengono utilizzati in tandem, il tasso di sopravvivenza è stato del 100%. L’intervento probabilmente allevia parte della pressione e concede più tempo al gel per attivare il sistema immunitario e combattere le cellule tumorali. La soluzione in gel è costituita da filamenti di dimensioni nanometriche realizzati con paclitaxel, un farmaco approvato dalla FDA per il cancro al seno, ai polmoni e altri tipi di cancro. Questi filamenti rilasciano anche un anticorpo chiamato aCD47, che sopprime i macrofagi. I macrofagi sono un tipo di globuli bianchi che aiutano a proteggere il corpo inghiottendo e digerendo invasori dannosi come batteri e virus, nonché cellule morte e altri detriti. Ma nonostante il loro ruolo vitale nel sistema immunitario, i macrofagi spesso possono proteggere e sostenere la crescita delle cellule tumorali, che non riconoscono come invasori estranei. Coprendo uniformemente la cavità tumorale, il gel rilascia il farmaco in modo costante per diverse settimane.
Questo è tutto per questo numero sulle novità della ricerca. Ricordatevi di registrarvi ed inserire il vostro profilo paziente in Glioblastoma Navigator, il sistema è attivo e sono stati preparati due video tutorial. Un
Video Tutorial per Pazienti e Caregiver e un Video Tutorial per Specialisti (Medici e Ricercatori).
Un in bocca al lupo di cuore e un sincero augurio a tutti coloro che stanno combattendo contro il glioblastoma e ai loro cari!
Ma se questa è l’ultima scoperta, come mai non la mettono ancora in atto sulle persone? Potrebbe salvare molte vite da come è descritto.
Purtroppo servono le sperimentazioni cliniche. Nel caso del glioblastoma o di malattie simili probabilmente le procedure andrebbero accelerate ma al momento è così che funziona. Anche nel caso del DCVax-L che a fine 2022 ha passato Fase III ancora non siamo passati al nuovo standard di cura.
Ho bisogno di consigli, mi sento persa. A mia mamma è stato diagnosticato il glioblastoma a fine gennaio. Operata, hanno tolto la maggior parte della massa, fatta radio e chemio Temozoloide. Ha la metilazione al 48%. Oggi prima risonanza di controllo evidenzia importante edema, la neuro oncologa sostiene che potrebbe dipendere dalla radio. Aumentano cortisone e prossima risonanza metà luglio. Mamma è completamente asintomatica. Possibile che l’edema dipenda dalla radioterapia? La metilazione non dovrebbe dare buona risposta alla chemio? Come mai invece l’edema è aumentato? Noi siamo a Livorno. Mi consigliate altra struttura ospedaliera? Vi ringrazio, sono disperata
Ciao Eva, allora ho sentito altri casi di edema provocato dalla radioterapia. La mediazione e’ buona e quindi la chemioterapia con il temozolomide dovrebbe funzionare.
Grazie Roberto,
speriamo davvero che l’edema sia per la radioterapia.
Proviamo ad essere fiduciosi ma è tanto difficile.
Grazie per questo spazio così importante
Ciao Eva, ti consiglio di venire a Roma al San Camillo.
Prendi appuntamento con il Dottor Andrea Brunori, é un neurochirurgo eccellente, sono stata operata da lui per 2 volte!
La prima nel 2018 e la seconda per recidiva nel 2020 (glioblastoma 4 grado)
Certo ogni caso é a se!
Auguro alla tua mamma tutto il bene del mondo ❤️
Francesca
Ciao Eva, io vivo una situazione più o meno simile con mio marito, nel senso che a lui è venuto l’edema a seguito dell’ operazione che gli ha paralizzato completamente braccio e parzialmente la gamba sinistra. Là lo hanno trattato con delle flebo di magnitolo e l’edema si è parzialmente riassorbito ed ha ripreso i movimenti. Ha fatto la radio e i vari cicli di chemio. Sono passati 7 mesi dall’operazione ed ha sempre continuato il cortisone, ma la mano sinistra è sempre offesa, nel senso che non riesce a fare le cose più elementari come tagliare una mela o mettersi un calzino. Dall’ultima risonanza fatta ai primi di luglio non ho la certezza che l’edama si sia riassorbito, chi dice di si e chi dice di no. Intanto continuiamo con le terapie.
Mia moglie si sta operando, sono alla NEUROMED di Pozzilli. È un centro di ricerca ed operatorio di eccellenza, provi qui. Auguri
Mio marito ha una recidiva resistente alle cure e inoperabile per posizione, prima sul cervelletto, ora anche nella regione del mesencefalo. La resistenza alle cure si è evidenziata a Bologna con l’equipe del dott.Franceschi, dopo il trattamento chemio. Noi siamo di Modena e le prime classiche cure, radio e chemio, sono state fatte al Com con ottimi risultati. Qualcuno sa dirmi qual è il miglior centro per cure anche sperimentali per questo caso di recidiva resistente? bbiamo appuntamento a Torino, dalla Ditta.ssa Ruda’, una delle più brave. Attendo vostri suggerimenti. Nel frattempo mio marito ha già alcuni sintomi, perdita di equilibrio, cade, stanchezza, lieve malessere agli occhi. Grazie di ❤️
Ciao Elisabetta, in Italia, ci sono diversi centri di eccellenza per il trattamento del glioblastoma e delle terapie sperimentali. Oltre all’appuntamento che hai fissato a Torino con la Dottoressa Ruda’, potresti considerare altre opzioni:
Istituto Oncologico Veneto (IOV) – Padova: Il IOV è rinomato per la sua ricerca e trattamento dei tumori cerebrali, inclusi studi sull’efficacia dell’immunoterapia in pazienti con tumori gliali di alto grado e trial che esplorano l’uso di regorafenib, un farmaco che ha mostrato un aumento della sopravvivenza nei pazienti con recidiva di glioblastoma.
Istituto Europeo di Oncologia (IEO) – Milano: Questo istituto è noto per la sua ricerca avanzata nel campo oncologico e potrebbe offrire nuove prospettive nel trattamento del glioblastoma.
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – Milano: Milano ha diversi centri di eccellenza, tra cui la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, che si dedica alla ricerca e al trattamento dei tumori, inclusi quelli cerebrali.
IRCCS Ospedale San Raffaele – Milano: Anche questo istituto è noto per le sue ricerche avanzate e potrebbe offrire opzioni di trattamento innovative.
Ti consiglio di discutere queste opzioni con il medico curante di tuo marito per valutare quale centro possa offrire le migliori opportunità di trattamento nel contesto specifico della sua condizione. È fondamentale considerare sia l’esperienza del centro nel trattamento del glioblastoma sia la vicinanza geografica per facilitare il percorso di cura.
Inoltre, è importante tenere in considerazione che, a seconda del centro e del tipo di trattamento, potrebbero essere disponibili studi clinici o terapie sperimentali specifiche. Partecipare a uno studio clinico offre sempre le migliori opportunità perchè si è seguiti meglio e più attentamente. Ricorda anche che il sostegno psicologico è cruciale in questi momenti difficili, sia per il paziente che per i familiari. Ti auguro forza e speranza in questo percorso complesso.
Buonasera, Glioblastoma di 4 grado. Intervento chirurgico 3 mesi fa ora Radio e chemio con temozolomide.. Secondo voi terminato il ciclo della radioterapia fine mese marzo cosa faro’ come terapia in attesa della risonanza fissata per fine maggio? (dicono di farla tra 40 e 60 giorni dal termine della radioterapia). Grazie
Buonasera, Glioblastoma di 4 grado. Intervento chirurgico 3 mesi fa ora Radio e chemio con temozolomide. Secondo voi terminato il ciclo della radioterapia fine mese marzo cosa faro’ come terapia in attesa della risonanza fissata per fine maggio? (dicono di farla tra 40 e 60 giorni dal termine della radioterapia). Grazie
Normalmente continuerai con una chemioterapia di mantenimento. Conviene iniziare ad informarsi su tutti i modi possibili per evitare recidive come integratori, terapie sperimentali …