Il Test dei Biomarcatori Molecolari per il Glioblastoma
Diverse persone mi chiedono informazioni sui test dei biomarcatori molecolari, talvolta detti sequenziamento di nuova generazione (NGS) del genoma. Anche se la diagnosi di glioblastoma di basa sull’osservazione delle caratteristiche cellulari di campioni del tumore al microscopio oggi i biomarcatori molecolari (come geni, modelli di espressione genica, mutazioni, proteine) sono universalmente riconosciuti come molto importanti soprattutto per capire se esistono dei bersagli per un eventuale trattamento personalizzato. Chiaramente un trattamento personalizzato ha maggiore probabilità di essere efficace sullo specifico paziente soprattutto considerato che il glioblastoma è multiforme e quindi diverso per paziente e paziente. Infatti sappiamo che alcuni farmaci chemioterapici non sono egualmente efficaci su tutti i pazienti.
Alcuni centri specializzati li offrono ai propri pazienti ma certamente non tutti a causa del costo che può essere elevato e andare da qualche centinaio a qualche migliaio di Euro. Di seguito elenchiamo alcuni servizi e laboratori che offrono questi test per pazienti affetti da glioblastoma:
- FoundationOneCDx: utilizza il profiling genomico completo per leggere il DNA del tumore di un paziente.
- CARIS Molecular Intelligence: esegue test molecolari su DNA, RNA e proteine per identificare i biomarcatori che guidano il tumore di un paziente.
- Tempus xt CDx: esegue test genomici completi con sequenziamento di nuova generazione che possono identificare alterazioni specifiche che possono influenzare il comportamento del cancro.
- BostonGene: include analisi genomica e trascrittomica completa, rivelando i driver critici di ogni tumore.
- Guardant360CDx: è una biopsia liquida di profiling genomico completo (CGP) che identifica un pannello esteso di biomarcatori azionabili.
- CeGat Cancer Neo (con sede a Tubingen, Germania): consente l’analisi dell’esoma tumorale di un paziente.
Nel caso ne conoscete altri non esitate a segnalarmelo. Il consiglio tuttavia è informare e chiedere consiglio al team di specialisti che vi segue. Sarebbe infatti spiacevole incorrere in costi e magari evidenziare qualche possibile target se poi il team che vi segue non è in grado per diverse ragioni di intraprendere la complessa strada della terapia personalizzata.
Salve, Glioblastoma multiforme. Intervento 3 gennaio 2022. Zona rolandica sx.
Istologico privo di ricerca biomolecolare. Che finalmente spero di riuscire ad avere tra una decina di giorni …
Seguito modello STUPP, sono a undicesimo ciclo di chemio di mantenimento sempre con TEMOZOLOMIDE …
Chiedo a tutti voi, se avete associato degli integratori … e quanti cicli di mantenimento avete fatto …
Grazie,
Saluti
Ciao Teresa, mio padre attualmente sta per fare il primo ciclo dopo i 2 mesi di radio e chemio. Noi oltre a seguire la terapia standard utilizziamo molti integratori. Ovviamente non ci sono studi scientifici a riguardo, quindi non posso dirti che fanno la differenza ma, come ben sai, non c’è un granché di alternative contro questa patologia.
In realtà, cercando, si vede che studi scientifici e addirittura clinici sul ruolo degli integratori come curcumina, melatonina, aglio, oli ozonizzati (c’è una conferenza interessantissima che si trova su YouTube, organizzata da questo sito e dal dottor Pugliese) e funghi esistono. Alcuni medici, come Paolo Lissoni (oncologo) ne hanno fatto tesoro, ma la gran parte si gira dall’altra parte. Perché? Temo per questioni di potere. Se si scoprisse che alcune di queste sostanze possono fare la differenza e se fossero adoperate sistematicamente nei reparti di oncologia sparirebbero aziende e il Big Business di Big Pharma, e inoltre diminuirebbe il ruolo degli specialisti.
Caro Mario, se una cosa funziona veramente prima o poi emerge anche negli articoli scientifici, nelle sperimentazioni cliniche e diventa terapia standard. È certamente più facile che emergano prodotti delle case farmaceutiche che finanziano di tasca propria la sperimentazione clinica considerando questi costi come un investimento nella speranza di guadagni futuri. Nel caso di altri prodotti è necessario raccogliere fondi e procedere nello stesso modo rigoroso. La verità è che essendo multiforme il glioblastoma è una brutta bestia e difficilmente un trattamento che non sia chirurgia o radioterapia funziona egualmente bene su tutti i pazienti. Per questo serve un approccio che tenga conto delle caratteristiche del singolo paziente e sia personalizzato. Per questo il ruolo degli specialisti è ancora più importante.
È giusto. Infatti anch’io mi affido agli specialisti ospedalieri che seguono il protocollo in modo fedele: non c’è scelta. È provato che il protocollo Stupp funziona per aumentare la sopravvivenza. Ma è anche provato che il ruolo degli integratori può essere importante e che alcuni possono essere efficaci per potenziare gli effetti di chemio e radio, aumentando la percentuale di apoptosi nelle staminali tumorali. Altrimenti non si comprenderebbero casi come quello di James McCraw, Ben Williams e anche Pablo Kelly e altri ancora che non hanno scritto libri ma si limitano a blog e testimonianze. Tutti questi si sono affidati alla scienza medica e ai progressi dell’oncologia e poi hanno adottato un approccio integrato che comprende alimentazione e integratori o farmaci orfani. Non si sa cosa funziona, alla fine; lo dicono loro stessi. È complesso, è un approccio “multiforme” dove conta molto la fortuna e penso anche la chirurgia iniziale. Io prendo integratori soltanto se leggo che sono state fatte sperimentazioni cliniche perlomeno in fase I: acidi boswelici, Gbd, melatonina e angiotensina 1-7 male non fanno comunque. Poi, personalmente, prego e cerco di tenermi su di morale, più che altro perché non vorrei lasciare troppo presto mia moglie e mio figlio che hanno ancora bisogno di me. Non mi faccio illusioni, comunque. Leggo, studio, cerco di capire e seguo anche docilmente i consigli degli oncologi e radioterapisti ospedalieri. Spero che nei prossimi mesi ci sia qualche novità, ad esempio sulla sperimentazione che stanno eseguendo a Milwaukee sul gallio maltolato che pare molto promettente. Quanto alle farmaceutiche, è evidente che questi studi, soprattutto fase II-IV costano molto e devono rendere conto ai consigli di amministrazione, soprattuto se quotati in borsa. Il glioblastoma è un tumore raro, se anche si trovasse una cura farmacologica più efficace dell’attuale, i guadagni non sarebbero comunque altissimi. Le dobbiamo tutti molto. Io personalmente la ringrazio dal cuore perché il suo sito è ricco di contenuti e informazioni e da qui si può partire per conoscere altro, rompendo il silenzio, talvolta opprimente, e gli studi degli oncologi. Nota personale: ho dovuto capire da solo di avere un glioblastoma, perché non mi dicevano niente; l’ho capito dalle terapie proposte e facendo ricerche, leggendo alcuni articoli scientifici, cosa non semplice per me che ho una formazione storico-letteraria. Grazie per la risposta e per quello che fa, in ricordo del suo caro Emanuele.
Sto vivendo da 10 giorni un incubo. Mio padre ha il gliobastoma e ha subito un intervento a Palermo. Ora Milano ci dicono che l’intervento fatto è migliorabile e ci propongono un altro intervento. Mio padre vuole giocarsi tutte le carte a nostra disposizione. Mio padre vuole vivere perché sta bene, è lucido e presente … A me l’idea di non superare questa battaglia mi distrugge … Ogni consiglio suggerimento utile sono pronta ad accoglierlo.