Novità della Ricerca nel Primo Bi-Mestre 2025
Questo è il trentesimo articolo del progetto che ha l’obiettivo di raccogliere periodicamente (ogni due mesi) le novità della ricerca sui trattamenti possibili per il glioblastoma multiforme. Di seguito elenco le notizie che abbiamo ritenuto più significative emerse negli ultimi due mesi. Come per gli articoli precedenti della serie ogni notizia sarà preceduta dal titolo originale con link alla fonte e seguita da un breve commento. Il criterio con cui vengono scelte le notizie è sempre quello di includere in generale le sole notizie relative a ricerche in fase clinica, a meno che il potenziale della ricerca per il trattamento del glioblastoma non sia veramente notevole.
Temozolomide chemotherapy for patients with newly diagnosed glioblastoma in the CENTRIC EORTC 26071-22072 and CORE trials: does time of administration matter
Questo studio ha confrontato l’efficacia e la tossicità della chemioterapia con temozolomide (TMZ) somministrata al mattino rispetto alla sera in pazienti con glioblastoma di nuova diagnosi. L’analisi post hoc non ha rilevato differenze significative negli esiti clinici basate sull’orario di somministrazione della TMZ. Tuttavia, è stato osservato che la tossicità midollare potrebbe essere influenzata dall’orario di somministrazione, suggerendo la necessità di ulteriori studi per determinare l’orario ottimale per ridurre gli effetti collaterali.
Treatment strategy reprograms brain cancer cells, halting tumor growth
Ricercatori dell’UCLA hanno sviluppato una nuova strategia terapeutica per il glioblastoma, combinando la radioterapia con la forskolina, un composto di origine vegetale. Questa combinazione induce le cellule tumorali a uno stato dormiente, impedendo loro di dividersi e diffondersi. Nei test sui topi, l’aggiunta di forskolina alla radioterapia ha prolungato la sopravvivenza, offrendo una potenziale nuova via per combattere il glioblastoma. La radioterapia uccide molte cellule tumorali, ma rende temporaneamente le cellule staminali del glioma più flessibili, offrendo l’opportunità di alterarne l’identità. I ricercatori hanno sfruttato questa flessibilità utilizzando la forskolina per spingere queste cellule in uno stato non proliferativo, simile a neuroni o microglia. La forskolina è stata in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, riducendo significativamente le cellule staminali del glioma e rallentando la proliferazione tumorale. Questa scoperta rappresenta un approccio innovativo nel trattamento del glioblastoma, mirato a riprogrammare le cellule tumorali aggressive in cellule innocue. Ulteriori studi clinici saranno necessari per confermare l’efficacia di questa combinazione terapeutica nell’uomo.
Plus Therapeutics Announces Peer-Reviewed Publication in Nature Communications Highlighting Promising Phase 1 Results for Rhenium (186Re) Obisbemeda in Glioblastoma
Plus Therapeutics ha annunciato la pubblicazione peer-reviewed dei risultati di Fase 1 per il Rhenium (^186Re) obisbemeda nel trattamento del glioma maligno recidivante su Nature Communications. Lo studio ha coinvolto 22 pazienti, dimostrando che il trattamento è stato ben tollerato, con eventi avversi principalmente di grado 1 o 2. La sopravvivenza mediana globale è stata di 15 mesi, con una sopravvivenza libera da progressione mediana di 2,8 mesi.Questi risultati supportano l’ulteriore sviluppo clinico del Rhenium (^186Re) obisbemeda per i tumori cerebrali maligni.
Short-course hypofractionated proton beam therapy, incorporating ^18F-DOPA PET and contrast-enhanced MRI targeting, for patients aged 65 years and older with newly diagnosed glioblastoma: a single-arm phase 2 trial
Uno studio di fase 2 ha valutato l’efficacia della radioterapia ipofrazionata con protoni guidata da ^18F-DOPA PET in pazienti di età pari o superiore a 65 anni con glioblastoma di nuova diagnosi. I risultati hanno mostrato una sopravvivenza mediana di 13,1 mesi, con il 56% dei partecipanti vivi a 12 mesi, superando i dati storici che indicavano una sopravvivenza mediana di 6-9 mesi. La terapia è stata ben tollerata, senza tossicità di grado 4 o 5. Questi risultati hanno portato all’avvio di uno studio di fase 2 randomizzato per confrontare questo regime con lo standard di cura.
Neoadjuvant triplet immune checkpoint blockade in newly diagnosed glioblastoma
Questo studio ha documentato il primo utilizzo di una tripla immunoterapia neoadiuvante (inibitori di PD-1, CTLA-4 e LAG-3) in un paziente con glioblastoma di nuova diagnosi. La combinazione somministrata prima dell’intervento chirurgico ha aumentato l’infiltrazione e l’attivazione delle cellule immunitarie all’interno del tumore. Al momento della pubblicazione, il paziente non mostrava segni di recidiva oltre 18 mesi. Questi risultati pionieristici hanno portato all’organizzazione di una sperimentazione clinica per valutarne sicurezza ed efficacia su un numero maggiore di pazienti.
Programs, origins and immunomodulatory functions of myeloid cells in glioma
Questi ricercatori hanno analizzato circa 200.000 cellule immunitarie da campioni di glioma, identificando quattro “programmi” di espressione genica che regolano l’attività immunitaria nel microambiente tumorale. Lo studio evidenzia che alcuni programmi genetici sopprimono la risposta immunitaria mentre altri la attivano. Ad esempio, l’uso di desametasone nei pazienti è risultato associato a un programma immunosoppressivo che potrebbe ridurre l’efficacia delle immunoterapie. Queste scoperte forniscono una mappa molecolare per sviluppare strategie mirate a modulare la risposta immunitaria e potenziare l’efficacia dell’immunoterapia nel glioblastoma.
Molecular and cellular dynamics of the developing human neocortex
Questo studio ha mappato l’espressione genica nelle cellule cerebrali umane durante lo sviluppo, rivelando l’esistenza di un nuovo tipo di cellula staminale neurale. Questa cellula, attiva nei primi decenni di vita, sembra capace di dare origine alle cellule tumorali del glioblastoma in età adulta. La scoperta suggerisce che i glioblastomi sfruttano programmi genetici dello sviluppo cerebrale per crescere in modo aggressivo, aprendo la strada a terapie mirate che interrompano questi meccanismi alla base della tumorigenesi.
Sonodynamic therapy with a single neoadjuvant, diffuse delivery of low-intensity ultrasound with 5-ALA in treatment-naïve glioblastoma results in tumor-specific cytotoxic edema and increased apoptosis
Uno studio clinico preliminare ha testato la Sonodynamic Therapy (SDT), che combina ultrasuoni a bassa intensità con 5-ALA, in tre pazienti con glioblastoma non candidabili a resezione totale. Dopo una singola somministrazione, la SDT ha indotto morte delle cellule tumorali senza danneggiare il tessuto cerebrale sano e senza effetti avversi significativi. Questa terapia non invasiva suggerisce un approccio innovativo per colpire diffusamente il tumore cerebrale e sarà valutata in uno studio clinico randomizzato nel corso dell’anno.
Paxalisib shows overall survival benefit in GBM (GBM-AGILE trial) and FDA feedback on approval pathway
Nell’ambito dello studio adattivo di fase 2/3 GBM-AGILE per il glioblastoma, il farmaco sperimentale paxalisib (inibitore PI3K) ha mostrato un miglioramento della sopravvivenza globale nei pazienti con GBM di nuova diagnosi e promotore MGMT non metilato rispetto alla terapia standard. Alla luce di questi dati, la FDA ha comunicato che, sebbene paxalisib non si qualifichi per un’approvazione accelerata, le evidenze di efficacia sulla sopravvivenza potrebbero supportare un’approvazione standard. L’ente regolatorio ha concordato con l’azienda il disegno di uno studio di fase 3 registrativo necessario per l’eventuale approvazione definitiva.
Functional reprogramming of neutrophils within the brain tumor microenvironment by hypoxia-driven histone lactylation
Scienziati hanno scoperto un nuovo meccanismo tramite cui i glioblastomi riprogrammano i neutrofili infiltranti, trasformandoli da cellule anticancro a cellule che favoriscono la crescita tumorale. Lo studio rivela che in condizioni di ipossia intra-tumorale, i neutrofili acquisiscono alti livelli di ARG1, un gene che sopprime la risposta immunitaria antitumorale. Bloccando questa via metabolica epigenetica si potrebbe impedire ai neutrofili di supportare il tumore, offrendo un nuovo bersaglio per potenziare l’efficacia dell’immunoterapia nel glioblastoma.
Un grazie a quanti ci hanno aiutato e continuano ad aiutarci a manterere viva l’organizzazione di volontariato e a sviluppare i nostri progetti sempre centrati sul supporto ai pazienti, ai loro caregiver. Questo è tutto per questo numero sulle novità della ricerca. Prima di chiudere vi annuncio che in questi giorni abbiamo attivato in via sperimentale anche un profilo Instagram dove pubblicheremo alcuni brevi video informativi sul glioblastoma. Un in bocca al lupo di cuore e un Buon 2025, pieno di speranza, a tutti coloro che stanno combattendo contro il glioblastoma e ai loro cari!