Novità della Ricerca nel Quinto Bi-Mestre 2024
Puntuale come sempre, questo è il ventottesimo articolo del progetto che ha l’obiettivo di raccogliere periodicamente (ogni due mesi) le novità della ricerca sui trattamenti possibili per il glioblastoma multiforme. Di seguito elenco le notizie che abbiamo ritenuto più significative emerse negli ultimi due mesi. Come per gli articoli precedenti della serie ogni notizia sarà preceduta dal titolo originale con link alla fonte e seguita da un breve commento. Il criterio con cui vengono scelte le notizie è sempre quello di includere in generale le sole notizie relative a ricerche in fase clinica, a meno che il potenziale della ricerca per il trattamento del glioblastoma non sia veramente notevole.
New Blood Test Detects Deadly Brain Cancers in Just One Hour
Un team di scienziati statunitensi e australiani ha sviluppato un nuovo test del sangue in grado di rilevare il glioblastoma in meno di un’ora. Questa “biopsia liquida” richiede solo 100 microlitri di plasma sanguigno e utilizza un biochip ultrasensibile del costo inferiore a 2 dollari. Il biochip è dotato di un sensore che rileva biomarcatori specifici, come i recettori del fattore di crescita epidermico mutati (EGFR), presenti nelle vescicole extracellulari rilasciate dalle cellule tumorali. Quando questi biomarcatori si legano al biochip, si verifica un cambiamento di tensione nel plasma, indicando la possibile presenza del tumore. Nei test clinici, il dispositivo ha mostrato un’elevata accuratezza nel rilevare i biomarcatori del glioblastoma. Tuttavia il test non è ancora in grado di diagnosticare specificamente il glioblastoma visto che gli stessi biomarcatori sono presenti anche in altri tipi di tumore. Sono necessarie ulteriori ricerche per migliorare la specificità del test e analizzare un numero maggiore di pazienti affetti da glioblastoma. Come questo test possa essere utilizzato per disgnosticare il glioblastoma è ancora tutto da capire.
MRI-Guided Radiation Shows Promise for Glioblastoma
Un recente studio condotto dal Sylvester Comprehensive Cancer Center dell’Università di Miami ha esaminato l’uso della tecnologia MRI-linac nel trattamento del glioblastoma. Questa tecnica combina la risonanza magnetica (MRI) con la radioterapia, consentendo di monitorare quotidianamente le variazioni del tumore durante il trattamento. I ricercatori hanno seguito 36 pazienti affetti da glioblastoma per sei settimane e nel 26% dei pazienti hanno rilevato repentinamente una crescita tumorale. Questi risultati suggeriscono che l’MRI-linac potrebbe permettere adattamenti più rapidi e precisi delle terapie, migliorando gli esiti per i pazienti.
Targeting glioblastoma signaling and metabolism with a re-purposed brain-penetrant drug
I ricercatodi dell’ETH di Zurigo hanno utilizzato una nuova piattaforma di screening per testare 130 farmaci neuroattivi riutilizzati su campioni di tumore di glioblastoma (GBM) fresco. Lo screening ha identificato l’antidepressivo vortioxetina come un promettente candidato farmacologico per il trattamento del GBM e i test preclinici di follow-up sui topi hanno confermato la sua efficacia. Ne abbiamo già scritto qualche settimana fa in un articolo dedicato ma era giusto riportare la notizia come novità della ricerca. I ricercatori stanno ora preparando due studi clinici per vedere se la vortioxetina insieme allo standard di cura può aiutare a migliorare la sopravvivenza dei pazienti con GBM. Vale la pena notare che vortioxetina ha superato in efficacia la fluoxetina (Prozac) nella piattaforma di screening; tuttavia, sono ancora necessari test sull’uomo per trovare il dosaggio della vortioxetina appropriato e per confermare sicurezza e l’efficacia nei pazienti affetti da GBM. Recenti studi hanno già dimostrato che il Prozac può prolungare la sopravvivenza nei pazienti con GBM e la vortioxetina dovrebbe essere ancora più efficace.
Systematic Review and Clinical Insights: The Role of the Ketogenic Diet in Managing Glioblastoma in Cancer Neuroscience
Questo articolo esamina il ruolo della dieta chetogenica nella gestione del glioblastoma. La dieta chetogenica, caratterizzata da un alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati, mira a ridurre la disponibilità di glucosio, fondamentale per la crescita delle cellule tumorali. Le evidenze suggeriscono che questa dieta può influenzare positivamente la progressione del glioblastoma e migliorare la risposta ai trattamenti oncologici tradizionali come la chemioterapia e la radioterapia. Tuttavia, servono ulteriori studi per confermare questi benefici e stabilire linee guida chiare.
The EP3-ZNF488 Axis Promotes Self-Renewal of Glioma Stem-like Cells to Induce Resistance to Tumor Treating Fields
Questo studio esplora come le cellule staminali simili a quelle del glioma (GSC) sviluppano resistenza alla terapia con Tumor Treating Fields (TTFields). Utilizzando un algoritmo di machine learning, i ricercatori hanno identificato un recettore prostaglandinico E3 (EP3) e una proteina chiamata ZNF488. La combinazione di questi due permette alle cellule GSC di resistere ai TTFields. Inibendo EP3 o ZNF488, le cellule GSC resistenti diventano nuovamente sensibili alla terapia, riducendo la loro sopravvivenza e la tumorigenicità. Questo suggerisce che la combinazione EP3-ZNF488 potrebbe essere un bersaglio terapeutico per prevenire o invertire la resistenza alla TTFields.
Recent advances in Tumor Treating Fields (TTFields) therapy for glioblastoma
La terapia Tumor Treating Fields (TTFields) è un trattamento antitumorale locoregionale che utilizza un dispositivo portatile non invasivo per inviare campi elettrici alternati ai tumori. Negli studi clinici di fase III, TTFields ha dimostrato efficacia e sicurezza per i pazienti con glioblastoma di nuova diagnosi (ndGBM) e ricorrente (rGBM), ottenendo l’approvazione della FDA negli Stati Uniti e il marchio CE in Europa per il trattamento del glioma di grado 4. Il meccanismo d’azione della terapia TTFields interferisce con la mitosi delle cellule cancerose, la replicazione del DNA e la risposta al danno, compromettendo anche la motilità cellulare e potenziando l’immunità antitumorale. Nuovi dati indicano che l’efficacia della terapia è proporzionale all’uso del dispositivo e alla dose somministrata al tumore. Studi preliminari suggeriscono risultati promettenti per l’uso di TTFields in combinazione con immunoterapia e radioterapia. La terapia TTFields non influenzata dalla barriera ematoencefalica (BBB) e non presenta tossicità sistemiche e gli effetti collaterali cutanei sono lievi e gestibili.
Un grazie a quanti ci hanno aiutato e continuano ad aiutarci a manterere viva l’organizzazione di volontariato e a sviluppare i nostri progetti sempre centrati sul supporto ai pazienti, ai loro caregiver. Questo è tutto per questo numero sulle novità della ricerca. Un in bocca al lupo di cuore a tutti coloro che stanno combattendo contro il glioblastoma e ai loro cari!
Buongiorno mia sorella di 45 anni è stata operata ad aprile per un glioblastoma multiforme. Dopo aver effettuato ciclo completo di radio e chemio alla risonanza di controllo risultava una nuova formazione nodulare sempre allo stesso posto. E’ stata operata ad ottobre. Vorrei informazioni riguardanti centri per terapia sperimentale in Italia da premettere che già allo IOV di Padova non è potuta entrare nel protocollo attualmente in atto. In attesa di risposta. Grazie