La Ricerca nel Glioblastoma
Come sapete stiamo lavorando alla nuova versione di Glioblastoma Navigator. Il sistema sarà un salto in avanti rispetto a quanto attualmente disponibile grazie anche alle nuove tecnologie. Per arrivare a questo risultato, stiamo analizzando tutte le possibili sorgenti di informazione e certamente una sorgente molto ricca è il database delle sperimentazioni cliniche clinicaltrials.gov.
Ci siamo quindi chiesti, ma quanta ricerca si fa effettivamente e di che tipo? Il grafico che segue ci racconta quante sperimentazioni cliniche sono state condotte da quando il database clinicaltrials.gov ha iniziato a raccogliere queste informazioni.
Come vedete il numero di sperimentazioni è in costante crescita, ed è proprio questo che vogliamo perchè più ricerca si fa più ci si avvicina a comprendere come trattare la “Tempesta Perfetta” come più volte abbiamo chiamato il glioblastoma.
Tra queste ricerche è importante capire quanta ricerca si fa in Italia. Il grafico che segue ci da una risposta anche se parziale perchè queste sono solo le ricerche che risultano dal database clinicaltrials.gov dove non è obbligatoria la registrazione da parte degli istituti di ricerca Europei. Che ne pensate? A me piacerebbe che questi numeri fossero più alti.
Per avere un’informazione più completa è nostra intenzione includere anche i dati registrati nel database europeo delle sperimentazioni cliniche clinicaltrialsregister.eu e magari anche i dati dell’Osservatorio Nazionale Sperimentazione Clinica gestito dall’AIFA anche se francamente come paziente o caregiver e specialista mi piacerebbe trovare tutto in un unico database di facile consultazione. Quanto a distribuzione geografica delle ricerche tuttavia non siamo messi male.
Interessante è inoltre capire la distribuzione per fasi di ricerca. Come sapete dalla fase di ricerca pre-clinica, che significa che le ricerche vengono condotte in laboratorio, si passa alla ricerca clinica che va dalla fase 1 in cui si testa la tossicità del trattamento fino alla fase 3 dove si confronta il trattamento con lo standard di cura, passando per la fase 2 in cui si capisce se il farmaco dimostra di essere efficace.
Da questo grafico, dove i “Not Applicable” si riferisce a studi osservazionali dove non sussiste l’obbligo di definizione della fase, si capisce come pochi studi passino a fase 3. Ci sono anche molti studi che stanno a metà tra una fase e l’altra.
Altra cosa che mi sembra molto interessante è capire se il glioblastoma è studiato come patologia separata oppure in combinazione con altri tumori del sistema nervoso centrale. Il seguente grafico ci illustra quale è la situazione.
Qui si capisce come il Glioblastoma è considerata come a se stante vista le sue specificità che lo rendono quella malattia così complessa che conosciamo. Interessante è anche capire chi finanzia queste ricerche. Il grafico che segue ci da le risposte.
Come si può vedere, qui sono fondamentali i finanziamenti nazionali, sono certamente presenti anche case farmaceutiche ma visto che si tratta comunque di una malattia rara, non è ancora, per le case farmaceutiche, un business su cui investire, un po’ per il numero relativamente ridotto di pazienti, un po’ per l’estrema rischiosità dell’investimento. Questo ci spiega diverse cose. Spero che l’articolo vi sia piaciuto anche se molto diverso dai classici articoli di glioblastoma.it ma credetemi, ricco di informazioni.
Grazie Roberto, assolutamente interessante, ci hai dato una visione chiara da piu punti di osservazione. È fondamentale trovare una visione periodica che accompagni le storie quotidiane in cui spesso ci si sente soli.
Mi pare sia un lavoro prezioso per tutti noi e spero sia possibile continuare.
Sarebbe poi molto utile riuscire ad avere un database di quali cure vengono fatte (e che distribuzione hanno in Italia) dopo il protocollo Stupp.
Grazie a te Gabriella per il feedback e l’incoraggiamento. Quello che chiedi è una delle cose che ci proponiamo di fare con Glioblastoma Navigator.
Ciao Roberto, è uno studio molto interessante che risponde a una domanda che mi sono fatto spesso, e immagino non solo io.
Un abbraccio