Un meeting di esperti sui trattamenti del glioblastoma dalla diagnosi alla terapia
Negli ultimi anni abbiamo ci sono stati importanti progressi in ambito diagnostico e terapeutico per i pazienti affetti da glioblastoma: nuove modalità di imaging, nuovi approcci neurochirurgici, nuove tecniche radioterapiche e nuovi trattamenti farmacologici vengono via via proposti, inclusa la terapia di precisione.
Questa settimana ho avuto modo di partecipare a un evento del programma di Educazione Continua in Medicina (ECM) organizzato con la sponsorizzazione non condizionante di Health4u. Si è trattato di un evento in cui i medici esperti hanno discusso e presentato ad altri medici gli approcci innovativi in ambito neuro-oncologico ma il contenuto informativo mi è sembrato adatto ad una platea più ampia e quindi anche ai pazienti che vogliono disporre di informazioni aggiornate e ai loro caregiver. In attesa quindi di organizzare nuove conferenze secondo il programma che abbiamo presentato all’inizio dell’anno, ho pensato che sarebbe stato utile proporre un articolo dedicato a questo evento.
Di seguito ho incluso il video della registrazione dell’evento che è stato condotto in lingua Italiana. L’evento è stato organizzato con la supervisione scientifica di Giuseppe Lombardi, dell’Istituto Oncologico Veneto, IOV-IRCCS di Padova e Marta Scorsetti dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Milano ed è stato moderato dalla stessa Marta Scorsetti. Nel corso dell’evento il glioblastoma è stato esaminato da diversi punti di vista, a partire dal ruolo dell’ imaging nel Glioblastoma con Antonella Castellano, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano (nella registrazione che a partire dal min 1) per poi passare al punto di vista del Neurochirurgo con Francesco Signorelli, Università degli Studi di Bari Aldo Moro (nella registrazione che segue a partire dal min 42) e quindi al punto di vista del Radioterapista con Isacco Desideri, Università degli Studi di Firenze (nella registrazione che segue a partire da ora 1 min 9) per finire con il punto di vista del Neuroncologo con lo stesso Giuseppe Lombardi (nella registrazione che segue a partire da ora 1 min 33). Questa ultima parte è particolarmente interessante in quanto viene descritto in modo preciso l’effetto del fattore di metilazione MGMT, vengono presentati i risultati di alcune interessanti sperimentazioni cliniche che si sono concluse ma soprattutto si parla di sperimentazioni cliniche in corso e di terapia personalizzata ossia cucita sul singolo paziente e le specifiche mutazioni presenti nel suo glioblastoma, sia per le nuove diagnosi che in caso di recidiva. Un caso specifico di terapia personalizzata in caso di mutazione BRAF rilevata su un paziente pre trattato e in recidiva che ha previsto anche l’uso della Silibilina con ottimi risultati è stato presentato a partire da ora 1 min 56. Nuove sperimentazioni cliniche che prevedono la terapia personalizzata sulla basa dell’analisi NGS (sequenziamento genetico di nuova generazione) vengono elencate a partire da ora 1 min 59.
Spero che il video vi sia piaciuto e soprattutto che vi abbia fornito informazioni utili su quanto è disponibile oggi in Italia e soprattutto sulle nuove sperimentazioni cliniche che stanno partendo.
Un grande sincero GRAZIE a Roberto per aver dato la possibilità di ascoltare le informazioni del meeting, di sicuro e notevole interesse. Caro Roberto non ti stancare mai di fare da tramite tra “coloro che sanno” – addetti ai lavori (Loro) – e coloro che “abbisognano”, molto spesso sfortunatamente – Noi – delle loro informazioni.
Un caro saluto e buone cose.
Giordana e Maurizio
Caro Roberto,
Nel ringraziarti sinceramente per l’opportunita che ci hai dato provo a fare un piccolo riassunto su quello che ho ascoltato dal meeting.
A. E’ necessario quanto più possibile personalizzare la diagnosi distinguendo fra glioblastomi e astrocitomi IDH1 metilati e non, aggiungendo anche altri esami che, a mio modesto giudizio, pochissimi fanno anche in centri superspecializzati come quello in cui e’ in cura mio figlio (es. Braf, per inibitori Braf, Sox2, se non ho capito male, per silibinina). Mi chiedo percio se nel caso in cui l’esame istologico sia stato già fatto come recuperare questi dati,tanto più che la classificazione dei tumori e’ cambiata radicalmente a partire dal 2021.
B. LA METILAZIONE deve essere calcolata perché non sempre ha un effetto favorevole sulla sopravvivenza. Questo dato può essere percio valutato in positivo nel senso di tentare l’uso prolungato del Temolozomide anche nei casi di glioblastomi non metilati.
C. L’ipofrazionamento della radioterapia e’ fondamentale fin dal primo momento perché consente un recupero della qualità della vita e, nel caso di recidiva, la reirradiazione (come successo con mio figlio).
D. l’immunoterapia non e’ da escludere a priori ed e’ correlata ad ipotesi di immunita germinali. Mi domando se per caso c’entra in questo caso anche l’IDH1 oltre che l’età giovanile (non solo pediatrica) del paziente.
E. La terapia PARP e l’uso del Regonafenib (usato per la verità solo in via sperimentale nel centro in cui e’ in cura mio figlio) sembrano molto promettenti.
Infine, per quanto riguarda la sopravvivenza mi permetto di essere un po più ottimista del dott. Lombardi (che ringrazio tantissimo per la sua pazienza e disponibilità nei confronti di noi pazienti). I dati da lui citati si fermano al 2019 e riguardano i tumori cerebrali nel loro complesso senza fare distinzione fra i vari tipi di gliomi con particolare riguardo a quelli IDh1 e non, a quelli metilati e non. Se si provasse a scomporre i dati … chissà potremmo avere delle sorprese. La ricorrenza dell’Idh1 e’ molto più frequente di quanto non si pensi e credo che fino a 4 o 5 anni fa non fosse rilevata, tanto vero che, ai fini della diagnosi, tutti gli esperti che hanno parlato nel meeting hanno evidenziato l’esigenza di un effettivo coordinamento fra i vari centri e di una standardizzazione delle diagnosi molecolari (al momento inesistente).
Un caro saluto
Maria Rosaria
Grazie Rosaria per la tua sintesi. Una standardizzazione sarebbe auspicabile per rendere i dati confrontabili. Normalmente i campioni dopo l’operazione vengono salvati. Spesso in paraffina il che sicuramente complica analisi molecolari successive ma non sempre. Il caso della mediazione ad esempio può essere gestito. Almeno credo.
Caro Roberto,
avrei bisogno di sapere se la silibinina è utile anche in pazienti che non hanno la diagnosi di BRAF. Mio figlio è in vacanza terapeutica e gli è stao prescritto questo integratore.
Grazie
Maria Rosaria
Ciao Maria Rosaria, io credo che sia utile a prescindere. Quello che ti consiglio di fare è contattare Michele Elefanti di Health4u ossia della azienda che produce e distribuisce l’integratore. Ti invio i contatti separatamente.
Grazie mille….davvero.